Le parole e le immagini di San Giuseppe - Vita Trentina 11 Dicembre 2022
Tutto esaurito per Gregorio Vivaldelli al Palarotari: i commenti.
Le parole e le immagini di San Giuseppe: entusiasmo a mille, soprattutto per i papà.
Ancora un “tutto esaurito” (come da prenotazione anticipata) al PalaRotari di Mezzocorona venerdì 2 dicembre per la serata-evento con il prof. Gregorio Vivaldelli alla scoperta della figura di Giuseppe di Nazareth.
Con l’aiuto di stupende immagini della storia dell’arte il biblista trentino ha illustrato la vita di San Giuseppe, cominciando dall’Annunciazione e arrivando fino al ritorno alla casa di Nazareth, dove Gesù è cresciuto insieme a lui e a Maria. Ha presentato vari brani del Vangelo e citato più volte la Lettera apostolica di papa Francesco dal titolo “Patris Corde” dedicata l’8 dicembre 2020 a San Giuseppe in occasione dell’anno speciale. Ma non sono mancati anche molti riferimenti all’attualità, spesso sottolineati dagli applausi convinti del numeroso pubblico arrivato da tutta la diocesi.
Come mai tanto successo, anche per questa serata del docente trentino? Lo abbiamo chiesto ad alcuni “spettatori” riscontrando che molti sono “fedelissimi”, seguono Vivaldelli da tempo. “Questa è la quarta volta che vengo ad una serata con il prof. Vivaldelli – ci ha detto ad esempio Graziana, all’ingresso del PalaRotari –, ho visto che era in programma un argomento nuovo e interessante: non si parla tanto di San Giuseppe... È una figura da scoprire. Penso che stasera potrà essere una rivelazione.” Marisa è venuta anche perché “devota” a San Giuseppe: “Lo sento come una persona umile che, nonostante le difficoltà che ha dovuto affrontare, è riuscito a portare avanti il compito importante affidatogli dal Signore”. Un giudizio simile da Paolo: “Sono qui perché San Giuseppe mi interessa, è un santo molto umano, tra l’altro è anche un papà, come me. Non appare molto nei Vangeli, però nel nascondimento è stato fondamentale per la sua famiglia e per la vita di Gesù”. La simpatica ammissione di Roberto : “Mi ha mandato mia moglie, perché ha detto che il parroco ha suggerito di invitare i mariti, ma a me è sempre piaciuto Giuseppe, sono contento di approfondirne la figura”.
Al termine della serata molte sono state le sollecitazioni. Nadia vi ha trovato “una magnifica immersione nelle pagine dei Vangeli in cui si parla di Giuseppe, del suo silenzio, del suo agire, del suo grande amore per Maria e per Gesù e della sua immensa fiducia nel Padre anche nei momenti più difficili. Mi ha colpito il ‘silenzio’ di Giuseppe: nei Vangeli non è riportata alcuna sua parola. Ma il suo silenzio è seguito dal suo agire: non parla, ma fa. Oggi forse si tende a fare il contrario”.
Lorenza ha colto molti spunti di riflessione: non solo sull’essere padre, ma anche sull’amore e sull’attenzione all’altro: “Mi ha colpito quando, riprendendo la lettera del Papa, ha evidenziato l’importanza del coraggio creativo che è la risorsa che ognuno di noi possiede ed emerge nelle difficoltà o nel bisogno. Quella forza che Giuseppe innamorato ha saputo trovare per affrontare vari momenti critici senza lamentarsi e scoraggiarsi. Ho ammirato le immagini degli artisti che lo vedono impegnato nel rendere la vita di chi ama più confortevole. Mi ha fatto ricordare quando eravamo piccoli e mio padre a Natale ci metteva sotto l’albero i giochi che creava lui con pezzi di legno... ed eravamo felici! E lui non si scoraggiava e non si lamentava mai”. Anche Pietro ha colto l’aspetto del coraggio nella figura di San Giuseppe: “L’accettare la realtà che spesso non si è scelta, con coraggio creativo, con fortezza piena di speranza: occasione per l’opera del Padre che ci è sempre vicino: questo atteggiamento vince lamento, disperazione, depressione”. Gli aspetti che più hanno colpito Guido sono invece “la difficoltà di Giuseppe di accettare la paternità, prima di avere la consapevolezza di far parte di un progetto più grande, e il suo silenzio”. Giuliana sottolinea la bellezza dei dipinti proiettati e concorda con quanto detto da Vivaldelli: “Oggi siamo molto preoccupati e tristi, ma abbiamo nostalgia di bellezza”. Altro aspetto interessante il richiamo all’attenzione e all’apertura verso l’altro.
Dai commenti raccolti si conferma quanto l’esposizione del prof. Vivaldelli sia apparsa ricca e piacevole, così come siano state ammirate le immagini artistiche, ben inserite nel discorso. E il pubblico si è immedesimato nella figura del falegname di Nazareth, ricavandone indicazioni per un rinnovato impegno cristiano nella vita quotidiana.