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Diario

La bellezza e l'attualità della Divina Commedia, la conferenza di Vivaldelli che chiude la festa patronale

In Cattedrale lo studioso ha proposto il tema "Libertà va cercando. La speranza di Dante, il coraggio di Pancrazio".

Sabato 25 maggio si sono conclusi in Cattedrale i festeggiamenti per la solennità di San Pancrazio, patrono della diocesi di Albano e della città di Albano Laziale. Una chiesa gremita ha ascoltato Gregorio Vivaldelli, biblista della diocesi di Trento, appassionato di Dante in una serata dal titolo "Libertà va cercando. La speranza di Dante, il coraggio di Pancrazio".

La nota capacità di intrattenere del relatore si è arricchita di immagini proiettate su uno schermo gigante: i versi di Dante si sono intrecciati con i brani evangelici a cui si sono ispirati e con opere d'arte che li hanno interpretati, in un percorso alla scoperta della bellezza e dell'attualità della Divina Commedia. Fermandosi sulla geniale invenzione dantesca dell'antipurgatorio, Vivaldelli ha spaziato dall'autodefinizione di Dante come di colui che "libertà va cercando" alla definizione del Dio evangelico come "quei che volentier perdona". I temi della libertà e della sconfinata capacità del perdono divino, evocati nella parabola del "figliol prodigo" hanno risuonato nell'animo dei partecipanti, indipendentemente dalle loro credenze o appartenenze religiose.

Invitati dal parroco monsignor Giovanni Masella, erano presenti i sindaci di Albano, Massimiliano Borelli, Ariccia, Gianluca Staccoli, e Nemi, Alberto Bertucci: festeggiare il patrono della città significa innestarsi nella sua storia e contribuire alla crescita e all'amore per la terra in cui si vive, promuovendo unità d'intenti per il bene comune. Particolarmente suggestivo l'ascolto dei versi di Dante nella chiesa madre della diocesi, nella quale si può quasi respirare e toccare con mano la storia millenaria del cristianesimo ad Albano.

L'evento ha inaugurato una serie di iniziative della Cattedrale denominate "Le Vie del Bello" che hanno lo scopo di proporre e condividere "la bellezza" in tutte le sue declinazioni, capaci di condurre al "Bello" per eccellenza.

Testo di Domenico Russo

Articolo pubblicato su: Lazio Sette, inserto di Avvenire, domenica 26 maggio 2024.